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Date(s) - 26/01/2024
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I disturbi del neurosviluppo rappresentano una delle sfide cliniche più complesse nei primi anni di vita per la necessità di individuare, al di là del livello esplicito dei sintomi, le traiettorie evolutive, gli elementi dimensionali e le interazioni tra condizioni genetiche/epigenetiche, condizioni acquisite e fattori ambientali, che agiscono da coefficienti positivi o negativi, moltiplicatori nella promozione o inibizione dello sviluppo.

La comorbidità in queste condizioni è la regola piuttosto che l’eccezione, e il clinico si trova a considerare stratificazioni e intersezioni variabili tra aspetti comunicativi, cognitivi, motori, sensoriali, di controllo sulle funzioni esecutive, psichici, in genere con una distribuzione di spettro.

Anche i fattori ambientali, compresi quelli relazionali, educativi, culturali e post traumatici, incidono evidenti tracce nei percorsi neuroevolutivi, influenzando a lungo termine la connettività e i sistemi di comunicazione neuronali.

Si aggiungono la dimensione transnosografica, che coinvolge altre competenze specialistiche, e la convalidata tendenza alla persistenza life-span di diversi disturbi, con ricadute importanti sulla qualità della vita nelle età successive.

La classificazione DC:0-5TM ha fatto propri gli elementi relativi ai percorsi diagnostici del bambino nel suo contesto biologico e ambientale utilizzando un approccio multidisciplinare che integra nei percorsi neuroevolutivi sia gli agenti neurobiologici che gli agenti psicosociali di stress.

Gli elementi provenienti dalle neuroscienze, dalla neuropsicologia e dalla clinica si integrano per definire le indicazioni sui percorsi diagnostici e terapeutici e si completano con i percorsi di lavoro con le famiglie.

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